giovedì 11 giugno 2009

Ciao Lillo...

Ciao Lillo... amico mio, te ne sei andato anche tu...
L'8 giugno ero salito in paese per controllare la casa e le nuove lesioni portate dalle continue scosse di terremoto. Ci dicono di "assestamento" ma i danni continuano ad aggravarsi. Ero frastornato e non sono tornato subito giù a valle da te e dagli altri amici pelosi. Quando sono rientrato verso le ventuno tu mi sei venuto incontro nel recinto. Avevi lo sguardo spento e non allegro e festoso come sempre. Ti ho accarezzato per farti sentire il mio contatto mentre mi stavi vicino con gli altri. La mia mano ha trovato il tuo pelo non più liscio e morbido ma secco e appiccicato, come incrostato. Nel buio ho cercato di illuminarti meglio con la lampada e ho visto che sanguinavi e avevi delle ferite. Controllando meglio ho subito capito che eri stato aggredito dai tuoi stessi compagni e ferito in più punti: alle zampe e alla testa erano ferite non così gravi da farmi temere per la tua vita, al collo, invece, avevi una profonda lacerazione con scollamento della pelle molto estesa. Da quella ferita gocciava sangue...da ore...
Ero nel panico. Telefono a tutti quelli che penso potrebbero aiutarmi, per portarti le prime, cure per trasportarti da un veterinario che potesse ricucire le tue ferite e fermare l'emorragia. Intanto ho cercato tra i medicinali tutto quello che potevo usare per aiutarti a prendere tempo, sapendo che a quell'ora sarebbe stato difficoltoso trovare un aiuto utile.
Solo dopo molte telefonate mi è stato passato il numero di un veterinario che aveva dato la reperibilità continua presso una tendopoli di L'Aquila. Mi ha detto di portarti subito che ci avrebbe aspettato. Ho scaraventato via tutto il contenuto del baule della Y10 per potertici sistemare comodo sopra teli e asciugamani. Siamo partiti dovendo fare deviazioni per via di una strada interrotta e siamo arrivati a destinazione solo verso mezzanotte. Ci hanno accolti il Dottor Mauro Danzè e due volontarie dell'unità cinofila della Croce Rossa. Tu non li avevi mai visti ma li hai guardati alzando lo sguardo a fatica e hai scodinzolando loro per salutarli. Di te ricorderò sempre questa caratteristica di giovialità con le persone (e non solo). Non un guaito, non un lamento. La fiducia totale in chi tentava di salvarti.
Ti è stata fatta un'iniezione per addormentarti in modo da poter pulire ed esaminare tutte le ferite. L'intervento è durato due ore ed è stato condotto con cura e professionalità e, soprattutto, con amore. Ti sono stato vicino tutto il tempo accarezzandoti, tenendoti la testa. Il sangue mi aveva tinto le mani di rosso carminio cupo. Continuavi a perderne tanto, lentamente, a intervalli irregolari. Tantissimi i punti di sutura, anche ai muscoli in alcune zone. Rimosso il tessuto necrotico. Richiuse le ferite. Somministrati antibiotico, antidolorifico, fatta flebo per idratarti, fatte tutte le manovre possibili in quella situazione... Purtroppo le tue condizioni erano gravi e i mezzi a disposizione non erano quelli di una clinica veterinaria, completamente attrezzata, in cui si sarebbe anche potuto tentare una trasfusione e qualche manovra in più per aiutarti (in una situazione di emergenza come quella del terremoto era anche troppo quello che c'era...). Ciò nonostante eravamo fiduciosi che ce l'avresti potuta fare a sopravvivere quando ti abbiamo sistemato nella gabbia in cui ti saresti riposato...Ti ho salutato verso le quattro di mattina per tornare al campo e poi riscendere da te nel pomeriggio... Invece... Alle sette e trenta il veterinario è passato da te a controllare la situazione. Tu hai sollevato la testa a fatica. Respiravi male. Avresti voluto salutarlo come facevi sempre, scodinzolando felice. Le tue forze però erano finite. Hai abbassato la testa e ti sei spento... Avrei voluto restarti vicino ancora (e vorrei tanto averlo fatto) ma temevo che potessero esserci altre risse nei recinti: cagne in calore lì vicino, scosse di terremoto,... avevano contribuito a scaldare l'aria tra compagni di vita che convivevano insieme da anni senza mai troppi problemi...Invece quel giorno solo voi sapete bene cosa è successo. Io posso solo immaginarlo, conoscendovi, fare congetture per farmi una "ragione" di quello che potrebbe essere accaduto davvero. Una banale discussione che, in un altro momento, si sarebbe conclusa con qualche ringhio e qualche borbottio, quella volta, per un insieme di cause, ha messo in moto un meccanismo per cui tu sei stato aggredito da più cani insieme che ti hanno ferito gravemente. Tu forse hai cercato di difendere Nerone da Pippo che spesso gli fa atti di dominanza per questioni di territorio. Ti ho visto altre volte prendere le difese di chi veniva sottomesso e aggredito "ingiustamente". Ho visto che avevi un cuore grande grande in questo, incurante di quanto rischiavi e sempre pronto a metterti in mezzo per bloccare chi faceva un sopruso. Anche se la tua taglia era quella di un cane da caccia, la tua statura morale e il tuo coraggio erano quelli di un leone. Amavi anche startene per conto tuo, per non dare fastidio, per non innescare competizioni per il territorio. Stavi bene con gli altri cani, non avevi timore di nessuno essendo vissuto tanto in strada. Mi hai trovato tu. Tu mi hai adottato. Tu mi seguivi sempre, anche se eri capace di scomparire per delle ore in mezzo ai boschi correndo e annusando in giro.Sei sempre stato libero, anche chiuso in casa, in un recinto... e da essere libero te ne sei andato...
Ora il tuo corpo riposerà accanto ai resti della vecchia matriarca che era Miele e accanto a quello che resta di Foxy...
Ti voglio ricordare così......mentre mi corri incontro felice, libero nei prati bagnati dalla pioggia....

...mentre ti rotoli sulla schiena scalciando e stiracchiandoti tutto, gorgogliando di piacere, manifestando a me e al mondo la tua gioia di vivere...
Grazie per tutto quello che mi hai trasmesso, per tutto quello che mi hai insegnato...
Ti voglio bene, amico mio, corri felice sul Ponte dell'Arcobaleno e salutami tutti i nostri amici che sono già lì...
Ciao Lillo!