domenica 7 dicembre 2008

Svegliamoci !!! (le ultime ore di Jack)


SVEGLIAMOCI !!!
E’ il 12/11/2008, è una giornata come tante, il nostro piccolo Jack si è svegliato presto come sempre.
Sta bene, è solo un po’ agitato perché vuole uscire a far pipì… esce, rientra.
Sono le 11:00 del mattino quando tornando a casa assistiamo ad una scena raccapricciante: vomito e feci
ovunque, il piccolo Jack si contorce sul pavimento, la bocca piena di bava…Inizia la corsa contro il tempo:
veterinario, antidoto e un’attesa estenuante, logorante, soffocante.
Alle 3:00 di notte il piccolo Jack ci lascia al termine di una straziante agonia durata 15 ore.
Un altro cane, questo un randagio, forse il vero obiettivo del “nobile” gesto si sente male, stessi sintomi ma
essendo di taglia grande si salva.
Cari compaesani, siamo di fronte ad un atto ignobile, che avrebbe potuto colpire tutti noi.
Quanti di noi hanno un cane?
Quanti di noi provano un affetto smisurato per queste piccole creature che ci dimostrano tanta
adorazione?
E’ giusto dover vivere in un clima di terrore così grande e dover sperare che il prossimo non sia il nostro?
Jack è stato l’ennesima vittima della sconfinata crudeltà di cui è capace l’essere umano e probabilmente
non sarà neanche l’ultima , dato che gesti di questo tipo si sono avuti ripetutamente in passato a S.Stefano
e come si può bene vedere continuano a perpetuarsi incontrastati !!
Dobbiamo essere uniti e cercare di fermare questa violenza, perché un’esca avvelenata alla portata di tutti
è un pericolo serio per chiunque, anche per un bambino troppo curioso che sfugge per un solo attimo
all’occhio di un genitore.
Non pretendiamo di riuscire a “catturare il verme responsabile”, ma preghiamo chiunque sappia di poter
fare o dire qualcosa, di agire, perché è solo grazie al silenzio e all’indifferenza che questi squallidi individui
hanno modo d’esistere e di continuare a mettere in atto questi malsani gesti!!!

Marco, Serena, Rocco, gli amici veri di S. Stefano, e non meno importanti, i compagni di gioco a quattro zampe di Jack.

5 commenti:

albatross ha detto...

E' passato quasi un mese dalla morte di Jack. Le indagini continuano. I sospettati sono stati interrogati dai Carabinieri e, perlomeno, hanno dovuto giustificarsi, scomodarsi, uscire dall'anonimato. Lo so, in mancanza di prove oggettive e schiaccianti, non è molto e io stesso sono convinto che ci vorrebbe ben altro. Non dovremmo proprio arrivare a questi estremi. Non dovremmo arrivare a piangere i nostri cari (che siano animali poco importa, sono cari a noi e tanto basta!) per l'idiozia di qualcuno che si erge a detentore del diritto di vita o di morte di qualcun altro.
Credo però che tutta l'attenzione che si sta alzando su questa vicenda sia indice, e anche abbastanza significativo, del cambiamento in atto che si sta svolgendo intorno a noi. Inizia a delinearsi un futuro in cui ci si interessi un po' di più della sorte dei nostri amici animali e della possibilità di fare qualcosa di concreto e positivo per aiutare quelli più in difficoltà: le leggi ci sono, i fondi (seppur minimi) iniziano ad essere stanziati, le strutture di ricovero iniziano ad attrezzarsi in maniera seria e i controlli a tappeto sono iniziati. Fino a poco tempo fa ci si doveva rassegnare a non poter fare quasi nulla, a dover lasciare le cose come erano. Le cose stanno lentamente cambiando: ieri si parlava di eliminazione degli animali "indesiderati" (basta vedere il film "Lilly e il Vagabondo" o ricordarsi che era la norma vigente fino al 1991 in Italia), oggi si parla di "benessere animale" anche a livello legislativo.
Certo è che il cambiamento vero si ha sempre dalla base, mai dai vertici e ci vuole tempo. Per questo voglio sottolineare l'importanza dell'educazione dei bambini per un corretto rapporto con gli animali: dobbiamo far scoprire loro che non sono strumenti di divertimento, ma compagni per la vita che ci possono insegnare, se sappiamo ascoltarli e capirli, ad affrontare anche aspetti molto delicati e cruciali della nostra esistenza. Basti pensare che un bambino che cresce con un cucciolo a cui si affeziona, dovrà poi imparare ad affrontare anche il momento della sua morte (visto che mediamente siamo più longevi noi degli animali).
Ho un nipotino di quasi due anni la cui prima parola pronunciata è stata Arturo (il cane di casa, il suo compagno di tanti giochi e tempo passato insieme). Ora Arturo è volato sul Ponte dell'Arcobaleno (come diciamo di solito noi che li amiamo...) e il bambino sta imparando ad affrontare la sua dipartita come solo un bimbo sa fare: con semplicità. I suoi piccoli gesti ci sono di conforto e di insegnamento: un saluto, un bacio alla sua foto, l'accovacciarsi nella sua cuccia... Senza disperazione, senza clamore. Solo con tanto amore e tanta semplicità.
Se solo ci fermassimo a riflettere per un momento su quanto può essere importante tutto ciò per la crescita equilibrata e serena di ogni individuo, sono convinto che, non solo non esisterebbe più il randagismo e le uccisioni di animali "scomodi" (sarebbero almeno rarissime), ma anche i nostri rapporti interpersonali sarebbero migliori.

Ciao Jack. Ciao Arturo. Grazie per il tempo che abbiamo potuto passare insieme a voi e per le cose belle che ci avete insegnato.

Anonimo ha detto...

Ciao,
leggendo la storia di Jack non ho potuto fare a meno di versare qualche lacrima perchè ho rivisto la stessa agonia del mio piccolo Bowie che a settembre ha subito la stessa violenza. Mi chiedo sempre come si può avere il coraggio di togliere la vita ad un esserino così(aveva solo 15 mesi). La rabbia è tanta soprattutto quando hai i sospetti, ma non puoi provarli!
Io spero solo una cosa (sarò cattiva ma è così) che chiunque sia stato a fare una cosa così crudele...deve passare la stessa agonia, non prima di morire....ma la sua vita deve essere un'agonia!Se penso a quegli occhietti che ci guardavano come a chiedere aiuto e tu sei lì impotente che non puoi fare niente...è veramente una cosa atroce!
Sono d'accordo con te quando dici che bisogna educare i bambini ad avere un corretto rapporto con gli animali, serve a prendersi cura di qualcuno, e di conseguenza ad avere rispetto per gli altri!Perchè avvelenare un cane vuole dire che non hai rispetto non solo per l'animale in questione, ma non si rispetta neanche il proprietario!
Sono fiduciosa e mi auguro che i futuri animali siano più fortunati!
Ciao Bowie, ciao Arturo (che ho conosciuto) e ciao Jack...che forse adesso ha conosciuto il mio Bowie!

albatross ha detto...

Cara Nicoletta, la violenza con la violenza non ha fatto mai fare passi avanti a nessuno, semmai indietro. Ti comprendo benissimo e certe emozioni è normale provarle, ma dobbiamo andare avanti insegnando non solo ai bambini ma, di rimando, ai loro genitori, nonni, parenti, amici...a noi stessi.
Ti faccio un esempio di una cosa che tempo fa mi colpì molto: in Francia ad un certo punto decisero (non so se è ancora in vigore ma spero che lo sia) che era inutile aumentare pene e multe a chi veniva colto a guidare in stato di ebbrezza. Gli incidenti provocati da persone ubriache c'erano sempre. Allora pensarono di "condannare" tutti quelli colti al volante in stato di ebbrezza a prestare servizio di assistenza sociale alle vittime di quegli incidenti provocati appunto dagli ubriachi. La maggior parte di quelli che seguivano quel percorso, più o meno lungo a seconda delle condizioni e delle infrazioni riscontrate, smettevano "spontaneamente" di bere (e comunque assumevano una condotta di guida sicuramente più prudente).
Ora lo spunto di riflessione che voglio lanciare è il seguente: come per le vittime della strada, così per i cani abbandonati il costo sociale è altissimo e viene ingiustamente ripartito tra tutta la società (magari spesso in modo iniquo tra pochi volontari che danno fondo a tutte le loro risorse); un animale abbandonato (e non sono solo cani e gatti, ma anche conigli, mucche, cavalli, ecc. ecc.) si ritrova a doversi di colpo cercare un riparo, cibo e acqua e per farlo si trova molto spesso a dover attraversare, case, proprietà, creando pericolo per sé stesso e per gli altri (pochi anni fa abbiamo avuto un toro enorme che si aggirava per il paese o se ne stava in mezzo alla strada, come e quanto voleva lui).
Il punto è che non c'è differenza tra quello che abbandona e quello che avvelena, sono le due facce di una stessa medaglia, due aspetti della stessa condanna a morte (a volte lunga e agonizzante, a volte rapida). Il prezzo da pagare per questo è lo stesso: una vita strappata, persa, un'occasione bruciata...per tutti.
Ora se, oltre ad insegnare serenamente ai bambini e ai loro genitori il giusto rapporto con gli animali, parallelamente portassimo (provata la loro colpa) quelli che abbandonano, che avvelenano, che maltrattano gli animali a prestare servizio (seguiti a vista! ovvio...) in un canile, in un gattile, in una stalla...forse ci sarebbe qualche mela marcia in meno, io credo.
Non si dice forse "chi rompe paga e i cocci sono suoi"? E allora non sarebbe meglio per tutti se queste persone facessero almeno un servizio per alleviare le sofferenze di quelli che si sono salvati?

Serena ha detto...

Ghandi disse che il progresso di una civiltà si vede anche dal rispetto che gli individui nutrono per gli animali. La nostra non è di certo una socetà evoluta se continua ad esserci questo disprezzo anche verso chi, invece, gli animali li ama. Ieri, dopo 3 mesi di attesa, abbiamo chiamato il veterinario della Asl di L'Aquila che si stava occupando del caso di Jack. abbiamo portato quel piccolo corpicino a farlo analizzare non senza riserve, ma con la forte speranza di riuscire a cambiare qualcosa. Beh, la risposta è stata raggelante, il dottore che ha compilato tutte le pratiche e che al tempo si era dimostrato tanto disponibile ci ha detto che i test che fanno su questi animali sono generici e non vanno a ricercare nello specifico il tipo di veleno,. Cioè, Jack è morto per un'embolia polmonare, ma nessuno è andato a ricercare cosa l'ha causata. Ci rendiamo conto della gravità della cosa? Se ce l'avessero detto io e Marco non avremmo mai mandato Jack nelle mani di chissà chi, magari l'avremmo fatto privatamente, o magari l'avremmo seppellito vicino a noi... Ieri sono scoppiata di nuovo in una crisi di pianto, non credevo si potesse stare così male e non credevo si potesse essere così impotenti... Non posso punire il bastardo responsabile, credo che ci penserà il destino a lui, ma voglio fare tutto ciò che rientra nelle mie possibilità per denunciare questo schifo e diffondere questa storia. Bisogna sapere, è necessario capire

albatross ha detto...

Cara Serena, sono davvero dispiaciuto della notizia che ci hai riportato, soprattutto alla luce dell'ordinanza appena pubblicata sulle "norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati".
In passato ho avuto la sgradevole esperienza di assistere ad un'autopsia di un cane avvelenato e ho potuto chiedere direttamente al patologo che l'ha eseguita molte delucidazioni in materia: già dopo poche ore dal decesso sembra che sia molto difficile risalire con precisione al tipo di veleno che ha provocato la morte, questo perché viene metabolizzato rapidamente e causa spesso la distruzione dei tessuti. Questo in generale, per cui ecco la necessità di essere tempestivi, immediati nel far esaminare i resti, come si capisce bene anche dall'ordinanza.
Purtroppo fin'ora i reati contro gli animali sono stati sentiti dall'opinione pubblica come minori e come tali gestiti dalla magistratura, con le ben note lungaggini burocratiche. Non è più così. Ora i reati contro gli animali stanno passando tutti in primo grado e il rischio che vadano in prescrizione diminuisce.
Non basta questo però a porre fine a episodi ancora troppo frequenti di tali inutili violenze contro esseri indifesi che non hanno colpa alcuna se non quella di essere venuti al mondo.
Purtroppo il colpevole è ancora a piede libero, ancora nella possibilità di colpire altri indifesi che vivono nella zona. Ci dobbiamo dar da fare perché non avvenga di nuovo.
Ci vogliono occhi aperti.
Ci vogliono adozioni per quei randagi che si trovano in zona rischio e la cui unica alternativa al momento è il canile, lo stesso in cui è finito Miele, che è scampato alla condanna a morte, ma che ha preso l'ergastolo.
Sto cercando di mettere in piedi un progetto di parco canile per tutti i comuni della nostra zona e spero di poter partire presto e di poter andare subito a riscattare Miele dalla sua prigionia, sempre che prima non venga adottato e bene.

L'appello è quindi lanciato (e verrà ripetuto più volte per tutte le persone di buona volontà): occorre un gruppo di persone per occuparsi di realizzare (e mantenere attiva) una struttura multifunzionale che vada ad affrontare tutto quello che riguarda il corretto rapporto uomo-animale, iniziando dalle sterilizzazioni di cagne e gatte e continuando a diffondere annunci di adozioni gratuite in modo da diminuire notevolmente il numero dei randagi vaganti. Andrà parallelamente portata avanti una massiccia campagna informativa ad iniziare dai bambini, in modo da creare dei futuri esseri umani consapevoli e responsabili dei loro compagni animali.
Ognuno può fare la sua parte, anche solo un consiglio, un'idea possono essere preziosi...

Serena so quanto si può stare male per la perdita di un essere che ci è caro, soprattutto in questo modo... ma cerca di far sì che il tuo dolore si trasformi in qualcosa di positivo e che ti sia di incentivo per aiutare altri esseri viventi. Il tuo dolore e la tua sofferenza sono più che comprensibili ma non aiutano certo Jack. Impara a sentirlo, oltre le lacrime e il dolore, lui è lì con te e vorrebbe che il tuo cuore fosse più leggero. Gli animali sono molto più diretti di noi anche in queste cose. Impariamo da loro. Possiamo renderli felici con "poco": pensando a loro in modo sereno, limpido, semplice...
Lui deve continuare la sua strada e non lo farà finché tu starai male, finché tu non lascerai andare quel dolore per trasformarlo in semplice amore per lui. Non è facile, lo so. E' solo molto semplice. Come fanno loro: ti guardano, inclinano la testa, ti appoggiano una zampa sulla mano e il tuo cuore è più leggero...