domenica 17 aprile 2011

2^ Relazione randagismo nel comune di Castel del Monte (AQ) di Bernardino Cenci, Referente per il randagismo presso la asl n. 4 (AQ)

07/04/2011
I cani della valle di Gemmano che si riposano al sole tranquilli tutti insieme ai piedi del paese
2^ Relazione randagismo nel comune di Castel del Monte (AQ)
di Bernardino Cenci, Referente per il randagismo presso la asl n. 4 (AQ)

Aggiornamenti - La situazione attuale vede nell'abitato del paese 5 cani randagi (1 maschio e 4 femmine sterilizzate) che si trovano rispettivamente nella zona di Viale dei Pini in numero di tre (il maschio e due femmine anziane che occasionalmente scendono verso Viale della Vittoria e Piazza XX settembre). Altre due femmine (una anziana e una di più giovane età) stazionano tra la caserma dei Carabinieri e Rione Campo della Fiera.
Questi cinque cani sono ormai ben integrati nel paese e accuditi amorevolmente da cittadini volontari. Non sono un pericolo e non sono aggressivi e possono essere considerati a tutti gli effetti come cani di quartiere.

All'esterno dell'abitato, precisamente nella Valle di Gemmano, stazionano 28 cani randagi liberi, mentre altri 16 sono ricoverati presso tre recinti nel mio terreno in località madonnella (di questi ultimi 5 sono stati da me adottati e regolarmente intestati all'anagrafe canina tramite microchip a mio nome), un ultimo (anziano e malato) si trova nella mia roulotte e nelle immediate vicinanze non allontanandosi per problemi di deambulazione.
In totale i cani di cui attualmente è responsabile il comune di Castel del Monte sono esattamente 44. Tranne qualche maschio, sono tutti cani microchippati e tatuati con intestazione riferente al Comune di Castel del Monte (come da pratica abituale asl quando vengono sterilizzati e/o curati).
I 5 cani che vivono stabilmente nell'abitato e che non se ne allontanano mai sono presenze ormai note a tutti e possono, a mio avviso, continuare senza problemi a fare la loro vita di cani di quartiere. Gli andrebbe riconosciuto il loro status così come il Comune dell'Aquila (e altri comuni abruzzesi e italiani in genere) ha fatto per tutti i cani che vivono liberi nel centro storico della città e che vengono accuditi quotidianamente da volontari che il comune stesso provvede a fornire di cibo e medicinali occorrenti al loro buon mantenimento.

I 28 cani liberi nella Valle di Gemmano, pur costituendo un branco coeso, non sono in alcun modo pericolosi per l'uomo, sia perché vengono da me sfamati abbondantemente ogni giorno, sia perché sono socializzati in modo positivo verso le persone (le visite nella valle si sono sempre verificate all'insegna della tranquillità e senza mai nessun episodio di aggressione, sia in mia presenza, sia in mia assenza ma pur sempre con un occhio dall'alto e a distanza: motociclisti, ciclisti, escursionisti a piedi e a cavallo, oltre che operai del parco e di ditte private, funzionari asl, ingegneri e geometri, e anche Lei, signor Sindaco, sono tutti transitati illesi e senza il minimo danno da parte dei cani. Detto questo sulla non pericolosità verso l'uomo, rimane la loro acquisita capacità di caccia nei confronti dei selvatici e in particolare dei cinghiali che spesso e volentieri riescono a predare (nonostante siano già sazi, ma di cibo secco per cani). Questo li mette spesso in pericolo riportandone danni anche seri, a volte, tali da dover ricorrere alle cure veterinarie presso 
la asl dell'Aquila e, quando questo non è stato possibile per motivi di orari e reperibilità, presso veterinari privati.
Sono eventi piuttosto comuni tra gli animali e ne sanno qualcosa anche gli allevatori che spesso perdono alcuni dei loro cani che si avventurano sulle tracce dei cinghiali e ne restano feriti anche mortalmente.
La mia proposta originaria di oasi resta attualmente la soluzione più a basso costo per cercare di gestire in sicurezza questi animali e avere al contempo un presidio su cui fare riferimento sul nostro territorio comunale. Il mio impegno per realizzarla non è mai venuto meno ma le difficoltà oggettive di fronte alle quali mi trovo quotidianamente sono molte.
Negli ultimi mesi ho dovuto sostituire tecnico progettista (il precedente ha dovuto declinare l'impegno per motivi di salute) e sto cercando (sia in economia sia pagando tramite collette) di far venire un tecnico topografo che possa ultimare velocemente e con cura i rilievi dei terreni interessati dal progetto di sanatoria dei recinti già esistenti e per la realizzazione del “Rifugio Valle di Gemmano” in cui accogliere e custodire degnamente tutti i cani presenti nella valle stessa. Questo servirebbe non solo ad accudirli ma anche a socializzarli in vista di future adozioni. Lo stesso servizio non verrebbe, con molta probabilità, offerto dai canili privati autorizzati presenti in Abruzzo (e in altre regioni vicine) e che potrebbero sì accogliere anche 40 cani tutti insieme (al costo medio di 2 € al giorno per cane) ma senza offrire nessun servizio di socializzazione e senza l'ausilio di volontari che si adoperino per la conoscenza degli adottanti (al massimo viene consentito in orari precisi la visita al pubblico che potrebbe essere interessato alle adozioni). Faccio presente questo importante particolare perché questi 28 cani liberi nella Valle di Gemmano sono sì non pericolosi ma anche molto diffidenti e bisognerebbe lavorarci su in una struttura adeguata per renderli sufficientemente fiduciosi per poter essere adottati in tranquillità e sicurezza da una persona di media esperienza.
In genere nel campo delle adozioni si procede prima con un affido temporaneo (dopo opportuni controlli di reciproca compatibilità e di affidabilità), durante il quale l'affidatario prende in carico l'animale ma non ne è ancora il proprietario a tutti gli effetti per un periodo di circa 90 giorni, passati i quali l'affido diventa adozione permanente e definitiva. Può sembrare ai non addetti una pratica farraginosa e una lungaggine burocratica inutile ma è un passo importante per rendere maggiormente consapevoli le persone che decidono di assumersi la responsabilità di un animale e per evitare che poi decidano di disfarsene dopo pochi giorni. Insomma un investimento che può rendere molto in poco tempo.
Stesso discorso vale per gli 11 cani del comune custoditi nei tre recinti: sono tutti animali molto diffidenti e alcuni di loro non si fanno toccare nemmeno da me se non di sfuggita (una carezza appena). Anche per loro vale il discorso del recupero comportamentale fatto nel tempo (almeno per gli esemplari più giovani, per quelli più anziani andrebbe consentita una tranquilla vecchiaia in un ambiente che conoscono).

Conclusione: il mio auspicio è che tutto il lavoro da me svolto per questi cani (e quindi anche per la popolazione umana del paese che non vede più branchi di cani affamati e cucciolate che nascono continuamente in ogni dove) non vada perso e che mi si aiuti a completare il progetto le cui linee guida sono già contenute nella lettera di prescrizioni che il Dott. Pierluigi Imperiale scrisse in data 15 novembre 2010 al Sindaco di Castel del Monte
Faccio altresì presente che l'eventuale allontanamento dal paese dei cani già presenti sul territorio non è una soluzione né valida né risolutiva in quanto gli abbandoni di cani purtroppo avvengono durante tutto l'anno e in ogni luogo, anche a Castel del Monte. Quindi sarebbe auspicabile una soluzione di concerto tra pubblica amministrazione e cittadini volontari che si offrono gratuitamente (eventuali e saltuari rimborsi spese si possono concordare anche ricorrendo a sponsorizzazioni e adozioni a distanza, come già avviene in molte parti d'Italia). Tale soluzione potrebbe appunto essere quella di mantenere un presidio individuabile in un rifugio per cani che potrebbe essere gestito in economia ma nel pieno rispetto delle leggi e dei cani stessi.
Distinti Saluti. Bernardino Cenci
                                                         Castel del Monte, 11/04/2011

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