sabato 23 maggio 2009

Camilla salva... per un pelo!

Stamattina all'alba mi hanno svegliato i latrati di tutti i miei cani che mi avvertivano: gli altri randagi avevano trovato una preda e l'avevano messa alle strette. Il più velocemente possibile sono uscito dalla tenda e sono salito in macchina per andare a vedere. Erano tutti e sette i randagi del branco (che sfamo e che mi seguono sempre quando non sono coi miei cani) che abbaiavano furiosamente verso un cespuglio di rovi dentro al quale presumevo ci fosse un cinghiale. Allora mi sono avvicinato con cautela: il cinghiale non teme molto i cani, ma l'avvicinarsi di un umano lo mette facilmente in agitazione e cercando scampo potrebbe anche caricare. Invece dai rovi è uscita Camilla, che, sentendosi circondata, non è riuscita a raggiungermi e ha cercato di fuggire verso il recinto. In campo aperto però è stata subito raggiunta dagli altri cani. Io ero subito dietro di loro e ho evitato il peggio, consentendole una ritirata strategica.
E' un equilibrio molto precario con loro perché mi trovo a dover far condividere lo stesso territorio a dei cani di due branchi distinti e diversi: i "miei" del recinto, che escono solo in passeggiata con me e che sono rimasti in tredici da quando non c'è più Foxy, e i sette randagi che sono sempre liberi e di cui solo il maschio anziano si fa avvicinare e toccare solo da me. Quando usciamo in passeggiata basta aprire il cancello del recinto e siamo già a spasso. Undici missili terra-aria ululanti si proiettano felici lungo la strada bianca che porta al campo travolgendo chiunque si trova sulla loro traiettoria (ma ci siamo solo noi in realtà). Se ci sono i sette randagi è sufficiente controllare che si scansino per tempo e che non scoppino risse (con me presente c'è solo qualche abbaio) e poi torno indietro a prendere Gegia, la vecchietta con un occhio solo per metterle il guinzaglio (che serve solo ad impedirle di tornarsene in paese quando mi perde di vista) e andare a prendere anche Riky nel suo recinto per portare anche lui al guinzaglio (a lui serve ad impedire che attacchi Pippo, l'altro cane dei miei con cui si è scontrato più volte e che l'ultima l'ha ridotto in fin di vita). Quindi procediamo per i campi e le montagne intorno, liberi e tranquilli. Succede a volte che qualcuno resti indietro, ma non è una cosa grave di solito, visto che non ci allontaniamo mai molto e che tutti conosciamo bene la zona avendola frequentata per anni. Purtroppo ieri pomeriggio sono rimasti "indietro" (ma chissà dov'erano andati, dietro a quale pista odorosa) in tre Pippo, Nerone e Camilla.
Per Pippo non ero molto preoccupato, per due motivi: primo perché è un bel bestione (lo vedete nella foto che segue) e non si fa mettere in mezzo facilmente e secondo perché si fa un giretto e torna da solo al recinto, anche senza gli altri.

Per Nerone e Camilla invece ero un bel po' preoccupato: il primo è già stato aggredito e ridotto in fin di vita dallo stesso branco per ben tre volte quando era libero in strada anche lui come randagio (e da allora se ne tiene ben a distanza, a volte per questo scappa anche lontano da me), mentre Camilla, pur essendo molto agile e scaltra, è una taglia media (sui 25 kg) e non può tenere testa in alcun modo ai sette randagi che sono tutti più grandi di lei (tutti di tipo pastore abruzzese).

Ieri sera erano tornati, tardi, solo Pippo e Nerone e io sono stato in giro dalle 18 alle 00.30 per tenere sotto controllo il branco e cercare di lasciare libera una eventuale via di fuga verso il campo a Camilla, rimasta ormai isolata. Solo stamattina, quando ormai la davo già per spacciata, avendo anche incontrato un grosso cinghiale molto vicino al recinto, ho avuto la felice sorpresa di ritrovarla sana e salva.
Cosa che spero di poter rivivere anche con Foxy, che mi è stata segnalata più volte a L'Aquila, ma che ancora non ho potuto ritrovare.
Intanto un Urrà per Camilla che è tornata tra noi, sana e salva e... affamata.
^___^b

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